L’Idea di Nat Scammacca: la cultura è Open Source di Giusy Lombardo dal il Locale ed. 23.10.2018

Dal il locale ed. 23.10.2018

Nat Scammacca, poeta artista e traduttore italoamericano ha vissuto metà della sua vita a Trapani. Oltre un centinaio di persone ha partecipato alla inaugurazione del CENTRONTO STUDI a lui intitolato per volere della figlia Glenn Scammacca il Centro Studi ha sede in via Argenteria 120 e nasce dall’omonima associazione culturale, con l’obbiettivo di riportare l’attenzione sulla cultura nel territorio trapanese e fare conoscere il vero “peso”. Presenti all’evento il grafico Nicolò D’Alessandro, Mario Lo Coco, ceramista, Leonardo la Barbera, artista del vetro e figure istituzionali quali il Vicesindaco di Erice Angelo Catalano, il Sindaco di Custonaci Giuseppe Bica e il Sindaco di Valderice Francesco Stabile. In tanti hanno scritto al Centro per augurare un buon inizio e un buon percorso agli associati tra cui Stanley Barkan editore americano che ha collaborato con Nat Scammacca e ha permesso la traduzione dei testi “Antigruppo” in tante lingue e Maria Mazzeotti Gillan, il docente di lettere e filosofia presso la “La Sapienza” di Roma. “Spero che le amministrazioni- ha detto Glenn Scammacca – ci aiutino nei nostri progetti. Conto di ricreare il Premio Internazionale di Poesia al più presto. Mio padre è stato l’inventore dell’Open Source culturale. Pensate! Trapani, l’ultimo lembo dell’Italia in cui è parte culturale era gestita esclusivamente da Antonino Zichichi, con il centro Ettore Majorana di Erice che ospitava diversi scienziati sulla montagna. Il giornale di provincia “TRAPANI NUOVA”, con la sua terza pagina, è arrivata fino a piazza Tienanmen, Non sono mancate pagine scritte in Cinese. Con orgoglio la nostra casa di famiglia ha ospitato gente proveniente da tutto il mondo perché Nat amava operare a 360°gradi senza escludere nessuno, in contrapposizione all’allora Gruppo 63 costituito da eletti, coloro che avevano studi importanti e quindi la possibilità a determinati scritti. Mio padre era diverso se conosceva un contadino che aveva scritto una poesia ed era un operato leggibile, gli dava la possibilità di salire sul palco e gliela faceva leggere. Fatto realmente accaduto in piazza a Mazara del Vallo”

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Quindi come definire l’operato di suo padre?

“Ha agito con energia e grinta. Possiamo dire agli antipodi con quella che era cultura dell’establishment di quei tempi. C’è stata una lotta vera e propria lotta raccontata sul Trapani Nuova del ’67 in cui Gaetano Testa e Nat si scontrano, l’uno affermava che è sbagliato far scendere   la cultura in mezzo al popolo e l’altro sosteneva che il popolo aveva diritto a salire sui gradini culturali. Questa contrapposizione portò alla nascita del movimento sperimentale Antigruppo, caratterizzato da scritti promiscui di gente che non aveva gli stessi titoli di studio,  di gente semplice, permettendo un continuo ricambio culturale.

Oggi penso che non esiste più questo tipo di cultura. L’intellighenzia  trapanese non so dove sia andata  a finire.

Qual è l’obbiettivo primario del centro studi in questo momento?

“L’idea principale è quella di ristampare le terze pagine del Trapani Nuova e farle diventare un almanacco che racchiuda 34 anni di vita culturale. Penso sia un’operazione che le amministrazioni locali dovrebbero sostenere. Fermare la cultura ai tempi di Pirandello è sbagliato. Il centro culturale però nasce per sviluppare non solo operazioni culturali ma anche sociali. Abbiamo creato uno statuto che abbraccia più interessi. Attraverso la cultura si arriva al sociale e solo così riusciremo a dare lustro a questa città. Quando non esistevano le mail, grazie ai francobolli la cultura su carta è arrivata in Romania, Ungheria, Germania, Russia e Cecoslovacchia, Cina, India ed ovviamente America. Infatti la nostra casa è un elemento storico della cultura internazionale che sto cercando di preservare. Con il Centro Studi voglio anche ricordare l’Onorevole Nino Montanti che ha permesso, in un giornale del partito Repubblicano quale il Trapani Nuova, di scrivere di cultura ad ampio raggio ai comunisti, agli oltranzisti ed hai conservatori senza limitazioni”.

Tra gli altri progetti?

Progetti sociali, come ristrutturare la pineta di Erice per ridurre l’erosione del territorio e le alluvioni. Gli alberi trattengono l’acqua. Mi piacerebbe realizzare il progetto di riqualificazione della montagna di Erice. Ricreare l’ambiente naturale per fare turismo gestito con logica. Offrire servizi adeguati e una città pulita solo così il territorio tornerebbe a vivere e ad aver vigore”.

Nella complessità di uomo, Nat Scammacca è consegnato alla storia e alla letteratura internazionale sta ora agli studiosi di lettere pronunciare il suo valore di ogni suo lavoro delle sue innumerevoli opere.

Gusy  Lombardo